23 Novembre 2007 - Basilica di San Francesco -Arezzo: NOA CONCERTO PER RONDINE, organizzata dall'Associazione Rondine Cittadella della Pace e dal Comitato Promotore della Fondazione di Comunità per Rondine, con la sponsorizzazione della Fondazione.

 

 

 

Noa solidale con Rondine

Cari amici,

mi sono davvero emozionata nel conoscere la vostra Associazione e le meravigliose attività nelle quali siete impegnati. Non c’è dubbio per me che ad un micro-livello si riesca a raggiungere facilmente la pace, perché siamo tutti esseri umani con gli stessi bisogni, speranze, paure e sogni.
Gli studenti di Rondine, vivendo l’uno accanto all’altro, studiando, lavorando e gustando la vita assieme, possono rendersi conto in pieno della verità di questo principio e successivamente, diventare, speriamo, messaggeri di pace nelle loro comunità.
Starà poi a questi messaggeri poter guidare il difficile processo che influenza il macro-livello, dove gruppi religiosi e governi falliscono ripetutamente nel semplice compito che i vostri studenti realizzano a Rondine così facilmente: vivere l’uno accanto all’altro in pace e rispetto reciproco.
Sono anche molto lieta di notare come anche l’integrazione di giovani donne nello studentato abbia finalmente avuto inizio. E’ un mio privilegio accettare il vostro invito ad essere uno dei Membri Onorari della vostra Fondazione.

Con rispetto e simpatia

Noa

RONDINE INCONTRA L’ARTISTA IN NOME DELLA PACE TRA I POPOLI

Un’artista realmente impegnata per la pace, carica di energia positiva, disponibile, curiosa e pronta a dialogare in modo semplice e schietto con chiunque sia interessato a dialogare con lei: così è apparsa Noa a noi dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace che l’abbiamo accolta nello Studentato Internazionale lo scorso 23 novembre per un pranzo trasformatosi in momento di intenso scambio reciproco, riflessione e vera festa.
Cappellone da cowboy, tenuta country, magra e sorridente, la cantante israeliana è arrivata nel borgo medievale portando una sferzata di vitalità: non era nemmeno scesa di macchina che già stringeva mani, distribuiva osservazioni e complimenti, interrogava gli studenti, intrecciava una fitta conversazione con il presidente dell’Associazione Franco Vaccari.
Ci sono voluti pochi minuti perché arrivasse al cuore della questione: “Ho sempre creduto che, quando c’è un rapporto diretto tra le persone e riesci a guardare negli occhi l’altro, i problemi si possono risolvere” ha detto a chi le chiedeva cosa ne pensasse di Rondine. “È a livello internazionale, di governi e istituzioni, che la situazione diventa più difficile; per questo è bello che esistano ‘laboratori’ come il vostro, per avviare un processo serio di comprensione reciproca a piccoli passi”.

Il suo approccio con lo Studentato non si è limitato a congratulazioni e formalità: ha subito chiesto con una certa insistenza perché le prime studentesse sono state accolte nello Studentato solo quest’anno e la sua curiosità si è placata soltanto quando le sono state date spiegazioni dettagliate. Del resto si è subito capito che a questa artista internazionale (nata a Tel Aviv, cresciuta a New York e trasferitasi in Israele a 17 anni) sta particolarmente a cuore la questione femminile: “La donna – ha detto – ha un ruolo incredibile nel risolvere i problemi e creare legami di pace, perché la nostra funzione primaria è dare la vita e proteggerla. Se vi sentite insicure perché gli uomini vi prevaricano – ha affermato rivolgendosi direttamente alle studentesse – pensate che voi avete un potere enorme, quello di essere madri”.

A tavola con Noa

Ha instaurato immediatamente un clima di solidarietà con le donne ma ha anche parlato e scherzato con i giovani uomini, chiedendo loro se sapevano cucinare e giocando a immaginarli “ragazzi da sposare”. L’atmosfera scanzonata creatasi durante la breve visita guidata intorno al borgo è diventata ancora più disinvolta, e allo stesso tempo si è fatta più ‘profonda’, al momento di sedersi a tavola tutti insieme.

Affiancata dai suoi musicisti Gil Dor e Zohar Fresco, con i quali si è poi esibita la sera stessa nell’affascinante ‘concerto per Rondine’ nella Basilica di San Francesco ad Arezzo, la cantante ha voluto come prima cosa raccontare un’esperienza personale: l’incontro, 12 anni fa, con Nabil Salameh, il cantante libano-palestinese del gruppo musicale Radiodervish. “Veniva da esperienze molto difficili – ha spiegato – e tra noi c’era una forte tensione a causa delle diverse nazionalità e della storia dei nostri popoli; ma abbiamo parlato molto, ci siamo confrontati su tutto e alla fine siamo diventati amici. Sei anni fa ho avuto il mio primo figlio e Nabil ha dedicato a lui il suo album, un gesto che mi ha profondamente commosso. Io e Nabil abbiamo fatto pace, i nostri paesi ancora no, ma credo che pian piano ce la possiamo fare”.
Durante il pranzo Noa non si è risparmiata, in nessun senso: ha divorato con allegro appetito due piatti di pasta e, con lo stesso entusiasmo, ha risposto ai quesiti dei ragazzi dello Studentato. Anzi, a un certo punto, rimescolando le carte, è stata lei stessa a rivolgere loro alcune domande. E non erano domande qualunque: “Voglio che mi raccontiate i momenti più difficili che avete sperimentato da quando siete arrivati qua”. Boniface, il sierra-leonese, ha descritto i suoi problemi con la lingua italiana, Riva, la studentessa di Mosca, ha accennato al non sempre facile rapporto con gli studenti maschi. Poi c’è stato Issa, il palestinese, che ha rievocato i lunghi litigi con Shahar, studente israeliano: “Si parlava del conflitto, della storia, e ognuno aveva il suo punto di vista: alla fine, però, abbiamo mangiato pane e Nutella insieme in segno di amicizia. Quello che conta è guardare al futuro, non al passato, e mantenere la capacità di dialogare. Ciò che mi rende triste – ha concluso Issa - è che quando torno nella mia terra non ho la stessa possibilità”. “Perché no?” ha chiesto Noa. “Perché non posso andare in Israele, mi è tecnicamente proibito” ha risposto lo studente. E la cantante, forse per la prima volta, è rimasta in silenzio.

Un silenzio, per la verità, durato pochi secondi. “Tante volte io e Gil Dor abbiamo cercato di fare concerti in Palestina – ha proseguito – ma è sempre stato difficile collaborare perché c’è sensibilità e orgoglio diffusi a causa dei drammi sperimentati in questi lunghi anni di conflitto. Servirebbe un terreno neutrale e un approccio più pragmatico alle cose. Eppoi, andando a guardare bene, si scopre che ci sono molte persone di buona volontà da entrambe le parti, tante organizzazioni non governative che lavorano per creare un ponte tra realtà diverse, solo che i media non ne parlano, non rappresentano la verità delle cose”.
“Io e te da soli non possiamo salvare il mondo – ha concluso guardando negli occhi il giovane palestinese – ma possiamo dar vita a piccoli gruppi che si incontrano e si confrontano, sperando che allo stesso tempo i grandi della terra trovino un accordo per porre fine alla guerra”.

A pranzo terminato, dopo i doni, le congratulazioni e le fotografie di rito, Noa ha ripercorso i vialetti di Rondine e si è soffermata davanti a una piccola costruzione messa a dura prova dal tempo, dove qualcuno aveva appoggiato un bel vaso di fiori. “Ecco, questo vaso sopra questo muro sbrecciato significa che chi abita qui ama davvero questo posto” ha commentato. Andandosene Noa ha lasciato in ricordo a Rondine questa sua estrema attenzione ai piccoli, fondamentali particolari dell’esistenza – letti con profonda sensibilità di donna e di artista – e un forte impegno a camminare a fianco dell’Associazione per nuovi, grandi progetti: del resto, lei ci ha sempre creduto, è proprio dai ‘piccoli’ incontri che può nascere qualcosa di molto più vasto e importante.

La voce di Noa per Rondine


Si è svolto la sera del 23 novembre l’atteso concerto di Noa per Rondine, che ha visto l’intervento di molte persone e autorità riunite ad ascoltare la famosa cantante che da anni utilizza la musica come strumento di riavvicinamento dei popoli in conflitto. Noa ha accettato l’invito della Cittadella della Pace di entrar a far parte del Comitato d’Onore della Fondazione di Comunità per Rondine, e si è poi esibita all’interno della Basilica di San Francesco, ai piedi dei meravigliosi affreschi di Pier della Francesca.

La Basilica pian piano si riempie, le luci sul palco davanti all’altare si accendono, salgono un ragazzo ed una ragazza di Rondine, le loro voci emozionate rompono il silenzio della basilica: " Io sono Issa e vengo da Betlemme, io sono Galia e vengo da Gerusalemme. Siamo qui per annunciare il concerto di Noa". Mano nella mano i due ragazzi, lei israeliana e lui palestinese, simboleggiano una pace possibile anche tra due paesi in guerra da anni.

Ma ecco Noa salire sul palco, prima di cantare vuole però parlare, non è il solito concerto ma qualcosa di più e quindi non può non far riferimento alla giornata passata a Rondine con i ragazzi della Studentato. Sforzandosi di parlare in Italiano Noa ha detto: "Ho visitato Rondine e ho conosciuto tanta bella gente. Questo posto mi ha dato speranza, sono molto felice di essere qui per la Fondazione Rondine. Io credo che si possa trovare la pace, piano piano, mano a mano. Gli studenti di Rondine, vivendo uno accanto all’altro, studiando insieme, diventano portatori di un messaggio di riconciliazione, condivisione e fratellanza nelle loro comunità e alimentano la speranza che questo messaggio arrivi anche ai governi”.

La sua bellezza, tipicamente medio-orientale, è in perfetta sintonia con quegli affreschi; la sua voce stupenda, la sua armonia nei movimenti, la sua eleganza, la sua dolcezza, la sua semplicità, il suo entusiasmo, il suo carisma in campo musicale ma anche sociale, si uniscono sinergicamente alla forza emotiva dei dipinti di Piero: è un tutt'uno, passato presente futuro si uniscono alle note per comporre una melodia d'insieme che è un capolavoro d'arte e di vita allo stesso tempo.

Il concerto è stata anche l’occasione per festeggiare l’apertura dello Studentato Femminile con le nuove studentesse Yulia, Riva, Galia e Ana. I posti all’interno della Basilica non sono riusciti a contenere tutte le persone intervenute per l’evento, e molti che non erano riusciti a trovare l’invito hanno seguito dall’esterno, grazie all’impianto audio installato in collaborazione con il Comune di Arezzo.

Il pubblico ha apprezzato molto la performance della cantante, che si è esibita in canzoni con contenuto religioso e brani del suo repertorio, passando dai virtuosi ritmi arabi alle note della tradizione klezmer fino alla tarantella napoletana, e come bis non poteva che dedicare alla città la famosissima canzone “Beautiful that way” colonna sonora del film di Roberto Benigni “La vita è bella” girato anche ad Arezzo.

Al termine del concerto ci sono stati i saluti e i ringraziamenti del Presidente dell’Associazione Franco Vaccari, del sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani e di Padre Roberto, tutti sul palco insieme ai ragazzi e alle ragazze dello Studentato. Il concerto si è rivelato un'ulteriore iniziativa a livello locale e nazionale di sensibilizzazione verso la pace e il dialogo di cui Rondine da anni si fa promotrice.

 

 

Gil Dor e Zohar Fresco

Noa alle percussioni

 

Con la sua voce cristallina, Noa unisce jazz, rock, suggestioni etniche e medio orientali, raccontando i mali della guerra ma anche le speranze di riconciliazione tra realtà diverse, credendo che comunque 'La vita è bella'.

I suoi stessi lineamenti la rendono 'testimonial' quasi involontario della forza del dialogo tra i popoli, le religioni, i tanti colori delle etnie nel mondo.

La sua presenza scenica, delicata e mai autocelebrativa, unita ad un registro di voce ineguagliabile, riescono a trasferire emozioni uniche e indelebili.