Il loro sorriso e la loro vita "a regola d'arte", continueranno ad accompagnarci e ad illuminarci, ora più che mai, nel nostro cammino di promozione culturale e sociale.
Nel 2015, Giuseppe il 13 febbraio e Adele il 15 luglio, ci hanno lasciato i coniugi Baracchi fondatori della Fondazione che porta i loro nomi. Li ricordiamo con grande affetto, stima e riconoscenza infinita.



"Semina i tuoi sogni, crescerà la tua vita"  di Massimo Orlandi e Paolo Ciampi  

A distanza di solo cinque mesi da Giuseppe se ne è andata anche Adele; dopo 71 anni di matrimonio, di vita feconda insieme, non potevano rimanere lontani a lungo: ne siamo certi, si sono chiamati nel nome di quell'amore che ha sempre ispirato le loro vite e il loro operato sociale.
La Fondazione che porta i loro nomi, è ora orfana dei suoi fondatori e ispiratori, ma il suo operato continuerà ancora e più di prima a testimonianza del loro amore e riconoscenza per la propria terra.  Ricordiamone allora i principi ispiratori e come è nata nel 1995...

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COME NASCE LA FONDAZIONE GIUSEPPE E ADELE BARACCHI DALLE STESSE PAROLE DEL SUO FONDATORE
(cap.XIII di: Un uomo Un imprenditore Una storia - Dal primo dopoguerra al Duemila attraverso la vita di Giuseppe Baracchi, Ricordi e testimonianze raccolte da Antonio Macinai, 1999)

Nei nostri primi incontri ha fatto riferimento ad un'esigenza interiore, sempre sentita, di venire incontro alle persone meno favorite dalla sorte. Ha anche precisato che, non solo per motivi di disponibilità di tempo, ma soprattutto per sensibilità e capacità psicologica di approccio verso le persone da aiutare e sostenere nelle più svariate forme, Adele, sua moglie, è sempre stata in prima fila in questa meritoria opera di aiuto e assistenza. Ma in che forme, avete dato concretezza a questa comune sensibilità?

Effettivamente ho sempre sentito nell'intimo il desiderio di fare qualcosa per gli altri; la mia sofferente fanciullezza e le conseguenti attenzioni dei miei familiari hanno probabilmente lasciato un segno in questo senso.

Nel 1943, ancora giovanissimo e già vice-direttore dello stabilimento Sacelit di Alzano Lombardo, malgrado i grossi impegni di lavoro, alla sera ricevevo in casa gli operai che desideravano avanzare di livello diventando specializzati. Li istruivo su argomenti di lavoro ed in particolare davo loro lezioni di meccanica ed elettrotecnica. Nell'anno successivo, insieme ad un sacerdote, impiantai un'officina meccanica dotata di macchine operatrici, donate da alcune industrie, con lo scopo di creare una scuola per giovani desiderosi di diventare bravi operai. Nel 1962, quando la Baraclit fu trasformata in Società per azioni e fu costruito lo stabilimento di Pianacci, mi battei strenuamente per far diventare soci gli impiegati, riservando loro una percentuale, seppur modesta, del capitale sociale. Per quei tempi fu una scelta inusuale e coraggiosa; ricevetti critiche e disapprovazioni, ma i risultati hanno dimostrato ampiamente quanto positiva e lungimirante sia stata quella mia iniziativa.

Nel 1975, nei locali dell'oratorio di Bibbiena, furono organizzati, per mia iniziativa, corsi di formazione pratica denominati "Conoscere". Erano completamente gratuiti, anche per la preziosa collaborazione di insegnanti volontari ed esperti nelle varie materie. Erano aperti a tutti coloro che, uomini e donne, fossero interessati ad apprezzare la musica e la pittura, ad imparare a cucinare, a fare giardinaggio, a prendere dimestichezza con l'elettricità, a fare fotografie, ad acquisire gli elementi essenziali di medicina e pronto soccorso.

Nel 1985, riscosso un premio per un mio brevetto, destinai la metà della somma alla creazione di un fondo a favore degli operai della nostra Azienda che avessero incontrato particolari difficoltà, anche in seno alla propria famiglia.

Riflettendo bene, con tutta sincerità, penso che altri fattori abbiano incentivato questo mio altruismo: forse un po' di ambizione, senz'altro le buone disponibilità economiche e in modo preponderante l'esempio di mia moglie, estremamente generosa e sempre pronta ad aiutare il prossimo, in qualsiasi modo e forma.

E' su queste basi che è nata la Fondazione Giuseppe e Adele Baracchi?

Sì, è un'idea che è nata in maniera praticamente spontanea con l'approssimarsi del mio ritiro dalla vita lavorativa allo scopo di utilizzare una parte del frutto di tanto lavoro in favore dello sviluppo socio-culturale del Casentino. L'iniziativa e la sua concreta realizzazione sono state pienamente condivise dai miei familiari che si sono impegnati a renderla operativa nel tempo. Nella denominazione non poteva mancare, associato al mio, il nome di mia moglie, fedele compagna che ha saputo condividere tante gioie e soddisfazioni, ma anche le difficoltà di una vita non sempre facile e spesso problematica. E' così che nel 1995 è stata costituita, con regolare rogito notarile e nel rispetto della legislazione che regola le associazioni no-profit, la Fondazione Giuseppe e Adele Baracchi.

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Da allora ad oggi la Fondazione ha svolto un'intensa attività in vari settori, da quello musicale con concerti di buon livello, a quello artistico con il restauro di opere d'arte, a quello socio-formativo con l'organizzazione di incontri per i giovani e per gli appartenenti alla terza età dal titolo "Le Stagioni della Vita". Tra le iniziative più importanti, mi fa piacere ricordare il Concerto di Franco Battiato a La Verna e quello degli Avion Travel in Piazza Grande a Bibbiena, come momenti musicali di qualità che hanno riscosso un grande successo di pubblico.

Nel settore della solidarietà, il nostro contributo è stato particolarmente attivo per il Progetto Rondine Cittadella della Pace. Abbiamo ritenuto che questa iniziativa di far studiare insieme giovani provenienti da zone di conflitto, meritasse grande attenzione e fiducia, specie in una società lacerata dalla violenza come quella attuale.

Quanto alle collaborazioni promosse dalla Fondazione con gli Enti locali, siamo orgogliosi di aver contribuito al recupero del Teatro Dovizi e speriamo vivamente di riuscire a condurre in porto la riqualificazione di Piazza Tarlati, nell'ambito del progetto 'Bibbiena 2000', con l'aiuto dell'Amministrazione Comunale.

Noi ci auguriamo che l'attività della Fondazione possa consolidarsi in futuro e svolgere un ruolo sempre più meritorio, non solo nell'organizzazione di eventi che suscitino processi di crescita culturale, ma anche nello sviluppo di progetti autonomi od in collaborazione, tali da far migliorare il Casentino in vivibilità ed immagine esterna.

Concludendo, noi speriamo fortemente, che le nostre iniziative possano generare un effetto di trascinamento come già avvenuto negli anni '60 per il settore della prefabbricazione. Anzi, ci sembra di aver percepito qualche movimento in questo senso. Ce lo auguriamo di cuore!

Bibbiena, Luglio 1999


Da quel 1999, data di pubblicazione del libro intervista a Giuseppe, ad oggi, la Fondazione, come testimoniato da questo sito, ha proseguito nelle sue molteplici attività seguendo i principi ispiratori di Giuseppe e Adele.
Al ciclo di incontri "Le Stagioni della Vita", è seguito il ciclo "Le Parole e il Silenzio"; al sostegno a "Rondine Cittadella della Pace" si è aggiunto quello all'altrettanta bella realtà della "Fraternità di Romena", e molto altro ancora...

Ora che Giuseppe e Adele ci hanno lasciati per sempre, noi figlie continueremo più determinate che mai, insieme ai nostri preziosi collaboratori, nell'opera di promozione socio-culturale della Fondazione, rispettando le volontà dei nostri genitori  con infinita riconoscenza per il loro spirito di illuminati e lungimiranti mecenati.

Silvana e Sandra Baracchi

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