14 Aprile 2007 - Castello di Poppi: LE PAROLE E IL SILENZIO - SULLE ORME DI TIZIANO TERZANI "La mia Salute nella Malattia", con la partecipazione di Folco Terzani (figlio di Tiziano), Prof. Lucio Luzzatto (genetista ed ematologo), Donatella Carmi Bartolozzi (presidente di File, fondazione italiana di leniterapia), conduzione dei giornalisti e scrittori Massimo Orlandi e Paolo Ciampi.
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LA MIA SALUTE NELLA MALATTIA L'incontro sul primo tema del ciclo, la malattia, si è svolto nella prestigiosa e suggestiva sede del Castello di Poppi ed ha visto come protagonisti, oltre ad un folto pubblico, personaggi che hanno saputo sapientemente unire la loro professionalità ad una sorprendente umanità e sensibilità. La conduzione dell'incontro da parte dei due giornalisti, ha reso poi il pomeriggio fruibile e piacevole all'ascolto, con osservazioni, domande, integrazioni e suggerimenti bibliografici, nonostante la gravità e la portata, soprattutto in termini psicologici, del tema affrontato. Qui di seguito riportiamo la traccia che ha accompagnato gli interventi e le riflessioni dei relatori e conduttori a cura di Paolo Ciampi.
Paolo Ciampi
Per me questo cancro è stata una grande benedizione, questo cancro mi ha salvato”
> Il problema delle definizioni Che cosa è la cura? Nell’etimologia ci sono tanti significati, che poi non sempre troviamo nella cura medica: sollecitudine, grande e ampia diligenza, vigilanza premurosa assistenza. Corpo e organismo > Aggiustatori o sciamani?
Prof. Lucio Luzzatto direttore scientifico dell'Istituto Toscano Tumori “Però bravi, bravi, a loro modo bravi, in fondo mi hanno lasciato in giro per sette anni” Ludovico Guarnieri: Ignazio Marino in “Credere e Curare” > Oriana e Tiziano Terzani esamina con distacco, perfino curiosità, quel che gli capita. Non rinuncia a curarsi, sperimenta su se stesso. Stabilisce subito che la sua non dovrà essere una “guerra al cancro” ma una ricerca insieme terapeutica e spirituale. > Dentro la malattia Da Un altro giro di giostra :
Donatella Carmi presidente di FILE Massimo Orlandi con Antonella Roveri responsabile servizio cure pagliative in Casentino Cancro come condanna e cancro come inizio di un itinerario, appunto. “La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi”. L’esperienza del “malanno” prima ancora che come un problema di malattia in se stessa, come un problema di relazione, anzi di relazioni “Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso” (Un altro giro di giostra) “La miglior cosa che potevo fare era tornare a vivere nella mia baita… e ho passato forse il periodo più bello della mia vita” (da Anam) >Il giro finale: la questione della mortalità L’esperienza di Folco, raccontata al Meeting di San Rossore di due anni fa, è stata la malattia del padre, che dice “giornalista di guerra che è diventato molto molto contro la guerra”. Un uomo, ha raccontato, che alla fine si è trovato la guerra dentro il proprio corpo, il cancro, e l’ha combattuto con terapie fortissime. Così ha detto Folco:
Folco Terzani
… Le parole per continuare …
Segnalazioni bibliografiche a cura di Paolo Ciampi
Ovvero, come uno scienziato di fama internazionale, può scrivere un libro non per addetti ai lavori, anche se scientificamente ineccepibile. Non un manualetto semplificato e banalizzante, ma un percorso serio, documentato, ricco di attenzioni umane, nel mondo della malattia e della cura. Con un messaggio di speranza che vale per tutti: il cancro, oggi, non è più una condanna, col cancro si può vivere, dal cancro si può guarire. Di Luzzatto il nostro Terzani diceva: “E’ uno scienziato che non mi fa rimpiangere nessuno sciamano. Sarei stato ore a fare lo studente con un maestro come lui. Ha semplificato per me quel che era complicato”. Umberto Veronesi, Mario Pappagallo, Una carezza per guarire. La nuova medicina tra scienza e coscienza, Sperling 2005 “Una carezza vale più di un lungo discorso. Il bravo medico non deve mai dimenticarsi di mettere il paziente al centro della sua attenzione, di instaurare con lui un rapporto prima di tutto umano e allacciare un legame di fiducia”. Comincia così, il libro di un altro grande medico che si interroga sui temi essenziali della malattia e della cura, sui limiti della scienza e sui diritti del paziente. Argomenti anche scomodi per una riflessione mai scontata, e comunque sempre appassionata e intrecciata a ricordi personali di vicende e situazioni che hanno cambiato la visione del mondo o della scienza di un grande medico. Ludovico Guarneri, La cosa più stupefacente al mondo. Avventure di un malato esperto, TEA 2006 Il cancro, le cure e, tra illusioni e disillusioni, il ritorno alla vita. Un messaggio di coraggio e speranza. L’autore, ammalatosi di tumore, comincia un viaggio nei meandri della medicina tradizionale e alternativa, un viaggio che lo porta in giro per il mondo. E grazie alla sua voglia di vivere, sperimenta di tutto. Una ricerca incessante che, con il suo carico di speranze e di delusioni, diventa essa stessa la “medicina” che lo porterà alla guarigione. Frank Ostaseski, Saper accompagnare. Aiutare gli altri e se stessi ad affrontare la morte, Mondadori 2006 Un piccolo grande libro, che con semplicità sa proporsi come una gemma di saggezza per chi affronta nella propria vita la prova della malattia terminale. Pagine scritte con la vita di un uomo, di religione buddista, che nei suoi “hospice” a San Francisco ha sostenuto nel cammino verso la morte migliaia e migliaia di malati, assieme alle loro persone care. Con compassione e serenità, con la consapevolezza che anche questo momento di passaggio può essere un’ esperienza che arricchisce la nostra vita. Silvia Bonino, Mille fili mi legano qui. Vivere la malattia, Laterza 2006 “Ho scritto questo libro per me, perché nulla quanto lo scrivere chiarisce i propri pensieri, sentimenti ed emozioni. Ho scritto questo libro per gli altri, perché confido che le mie riflessioni possano essere utili anche ad altre persone. Ho ritenuto di cercare di fondere insieme la conoscenza teorica con l'esperienza personale, la scienza e la testimonianza. Mi è sembrato che soltanto questa fusione consentisse di esaminare davvero la malattia nei suoi infiniti aspetti, che solo il malato può conoscere, e di andare, nello stesso tempo, oltre la propria personale e irripetibile esperienza”. Una studiosa affermata, psicologa dello sviluppo, sperimenta su di sé la più traumatica delle esperienze, quando scopre di essere malata di sclerosi multipla: e lo fa, in primo luogo, con la volontà di restituire un senso e un’identità alla sua vita. Ignazio R. Marino, Credere e curare, Einaudi 2005 La malattia e la cura dal punto di vista del medico: in questo caso un chirurgo di fama mondiale, specialista in trapianti, che crede ancora alla pratica medica come missione. Riflessioni lucide, e amare, su una professione in prima linea nella battaglia contro la sofferenza, ma anche su una professione che sta cambiando e che mentre si arricchisce di contenuti tecnologici perde qualcosa, o molto, in contenuti umani. Susan Sontag, La malattia come metafora, Oscar Mondadori 2002 Un tempo era la tubercolosi, oggi è il cancro, ma il discorso in fondo non cambia. La malattia non è solo qualcosa che aggredisce e muta il nostro corpo. E’ anche un’immagine sociale che, attraverso la malattia, ricade sulle spalle del malato. Pregiudizi, percezioni, spesso sensi di colpa, che possono complicare a dismisura la strada della battaglia alla malattia. Raymond Carver, Il nuovo sentiero per la cascata. Poesie, Minimum Fax 2001 Ai primi del 1988, Raymond Carver, uno dei più grandi scrittori americani contemporanei, è un uomo condannato da un tumore ai polmoni ormai in metastasi. Condannato dalla malattia ma non disperato: l’autore che ci ha raccontato con grazia e sensibilità straordinarie tante storie vita – come quelle tradotte sul grande schermo in America Oggi di Robert Altmann – raccoglie gli stati d’animo di questi ultimi mesi di vita in una cinquantina di poesie: altrettante dichiarazioni d’amore per la vita, un addio senza lacrime e con gratitudine. Virginia Woolf, Sulla Malattia, Bollati Boringhieri Tra i lavori della grande scrittrice inglese, non è certo tra i più conosciuti. Ed è un peccato, perché ancora oggi ti sorprende per attualità e per acutezza. Ai tempi doveva essere quasi scandaloso: per dirne una, già allora rivendicava le opportunità della malattia e sosteneva che senza malattia certe verità rimarrebbero per sempre escluse alla conoscenza umana. Infine due classici che fa sempre bene leggere. Il primo: La Montagna Incantata di Thomas Mann, la storia di Hans Castorp, il giovane ingegnere di Amburgo che, in visita a un sanatorio di Davos, scopre di essere affetto da tubercolosi e in quello stesso sanatorio rimarrà per sette anni: enorme, complesso, avvolgente come sabbie mobili che finiscono per inghiottirti. La malattia anche come distacco dal mondo e dai suoi obblighi “borghesi”, come itinerario spirituale e filosofico. E il secondo: La morte di Ivan Il’ic di Tolstoj, uno dei romanzi brevi del grande maestro russo. Spietato e dolcissimo, cupo e luminoso, sempre sorprendente. La scoperta della malattia e l’avvicinarsi della morte in un racconto in prima persona, attraverso il distacco e la sofferenza, ma anche attraverso una straordinaria rivoluzione umana. La malattia come crollo delle illusioni, conclusione di una vita superficiale fatta di abitudini e convenienze, scoperta dei sentimenti, dell’umanità propria e altrui. Foto di Alessandro Ferrini
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